Eccoci alla 2° puntata di Ciclo-Arte, “…e non c’è mica solo Leonardo” alla scoperta delle tante “Ultima Cena”.

Questa volta lo storico Silvio Ferraglio ci porterà a scoprire le opere d’arte pittoriche di Brescia.

Sabato 13 aprile . Partenza dal Bike-Point di Largo Formentone alle 15.00

Aperta a tutti – 15 Km  – facile

COSA VEDREMO:

1 ) Cappella del Santissimo Sacramento, chiesa di S. Agata

Di origini antichissime, la chiesa di Sant’Agata, è stata fondata sulla sponda destra del Garza o dai Goti nel VI secolo (la santa catanese è particolarmente venerata dai Goti) o dai Longobardi nel VII – VIII secolo, in funzione di patrona contro gli incendi

Qui infatti, a ridosso della Curs Ducis era collocato il quartiere militare longobardo, deposito delle fare

La cappella ha mensa barocca, la pala dell’altare, opera di Antonio Balestra, è di inizio ‘700

Importanti le due statue: la FEDE di Domenico Corbarelli e la CARITÀ di Sante Calegari, il vecchio

L’affresco superiore la cancellata raffigura da un lato il banchetto pasquale degli ebrei e dall’altro l’ultima cena. È del tardo ‘500, di scuola lombarda dovuti a Pietro Marone che si rifà ai modelli del Romanino

2) Ancona della porta, chiesa di Santa Maria della Carità

Il quadro collocato proprio sopra la porta di ingresso, nella piccola soasa a gesso è una copia fedele della pala del Moretto, oggi custodita nella pinacoteca, ed è opera di Bernardino da Gandino, non si tratta di un puro esercizio di stile, quanto piuttosto di una precisa committenza, che testimonia il prestigio raggiunto in città da Alessandro Bonvicino

Nel piccolo quadro sono riproposti con minuzia dettagli ed insieme, soltanto in un particolare il Gandino si distacca dall’originale: nel gioco di sguardi tra gli attori, che non riesce a rendere appieno la maestria del Moretto.

La chiesa di Santa Maria della carità nasce dopo il sacco francese delle truppe di Gaston de Foix nel 1512 per dare ricetto alle donne, vittime degli stupri

3) Sala del refettorio dei gesuati, antiporta dello stesso, parete est del primo chiostro e abside dell’Altar maggiore, chiesa di San Cristo

La chiesa di San Cristo o più dettagliatamente chiesa del santissimo corpo di Cristo, è della metà del ‘400 ed è stata edificata dall’ordine dei Gesuati, arrivati a Brescia, dalla Toscana, su sollecitazione del nobile Giovanni di Preposto Martinengo

I Gesuati, da non confondersi con i Gesuiti, sono stati un ordine “matematico” (ne è riprova la splendida meridiana) che perseguiva la ricerca di Dio attraverso una sorta di Kabbala cristiana

Per esservi ammessi occorreva superare un difficile esame di matematica

Nel refettorio del convento l’ultima cena del Romanino riprende l’opera del cenacolo milanese di Leonardo, con la medesima disposizione degli apostoli, solo giuda è collocato in primo piano, al di qua del tavolo

Sull’antiporta il Romanino dipinge una pregevole Nozze di Cana, i volti degli sposi, così come quelli dei convitati, sono quelli sanguigni delle nostre valli Trompia e Camonica

Nel primo chiostro l’interessante ed unica nel suo genere ultima cena ad opera di Benedetto da Marone

Un raro esemplare di ultima cena vista prospetticamente dal basso verso l’alto, un espediente per riempire le due colonne a fianco della porta, con delle scale, salite da due servitori

Anche il tavolo a ferro di cavallo è un unicum

Nel presbiterio, sulla destra l’affresco con l’ultima cena, opera probabilmente di Gerolamo da Brescia, artista minore che mette l’accento non sull’annuncio del tradimento di Giuda, quanto sulla istituzione dell’eucarestia

4) Cappella laterale destra, chiesa di Santa Angela Merici

La chiesa, che ospita la corporazione religiosa delle Angeline, sorge sulle rovine della chiesa di s. Afra, distrutta nel bombardamento del 2 marzo 1945, a sua volta sorta su uno dei più antichi insediamenti proto cristiani cittadini e sul cimitero di San Latino

Al suo interno, sotto ciò che rimane degli affreschi del Bagnadore, è collocata una tela rettangolare di ambito lombardo cinquecentesco, di impostazione canonica, che non si distingue dall’esempio leonardesco

È stata una scoperta assai recente, dovuta al prof. Pagiaro nel 1958

5) Cappella del santissimo Sacramento, rotonda del Duomo vecchio

La cappella ospita un pezzo di un antico affresco col Cristo Flagellato, recuperato dai resti della antica chiesa dei santi Crisante e Daria.

Qui, come nell’omonima cappella in San Giovanni, troviamo a confronto Moretto e Romanino

Moretto con il suo Convito pasquale, insieme al sacrificio di Isacco, il profeta Elia e Melkisedek che offre ad Abramo pane e vino

Di fronte la raccolta della manna del Romanino

Opere importanti, anche se questo Romanino è del periodo tardo e frutto di una collaborazione

Romanino è anche ispiratore dei cartoni preparatori dei quattro evangelisti di un suo allievo , Francesco Barbieri

Anche il Melkisedek del Moretto è frutto della collaborazione con il Galeazzi

6) Cappella del santissimo Sacramento, chiesa di San Giovanni

È la chiesa più studiata della città, quella che ha fatto produrre una autentica messe di materiale

Dalle origini, quando era il Concilium Sanctorum sino all’edificazione di quella di San Giovanni

La cappella del santissimo Sacramento è ugualmente famosa

Anche qui, a confronto i due massimi artisti bresciani: il Moretto con (stavolta lui) la raccolta della manna, Elia e l’angelo, la mezzaluna con l’ultima cena

Sull’altro lato Romanino con la resurrezione di Lazzaro, la cena in casa del fariseo e la mezzaluna col miracolo dell’eucarestia

Quindi due evangelisti e vari profeti, dove è di nuovo presente la mano del Barbieri

Mi scordavo di dire sulla cappella di San Giovanni che la cornice della pala dell’altare ha una ultima cena veramente unica. Scolpita nel legno, ha la particolarità che manca il tavolo! Cristo e gli apostoli sono seduti tutti in fila che chiacchierano